E’ ancora l’uomo il sesso forte? (seconda parte)

Sesso forte

E’ ancora l’uomo il sesso forte?

Nell’articolo precedente abbiamo compreso come l’uomo, grazie al maggiore sviluppo del Sé mentale, sia arrivato a diventare il sesso forte. Ora però le cose sembrano cambiare.

Seconda parte, tratta dal libro Le 3 menti Inconsce.

La razionalità dell’uomo ha permesso di accrescere ulteriormente il suo potere nell’era industriale e post industriale, fino a disegnare il quadro sociale degli anni 50, che i non più giovani ben conoscono.

E piano piano arriviamo al momento in cui il Sé mentale dell’uomo, da strumento di potere nei confronti di quello che era considerato sesso debole, comincia a diventare un’arma a doppio taglio.

La razionalizzazione esasperata ha toccato anche gli ambiti più legati ai sentimenti e all’istinto animale del mammifero umano, arrivando a negarlo per dare maggiore peso alla fredda logica. Questo tipo di visione si è espansa a tutti gli ambiti della ricerca e dello sviluppo, dagli armamenti fino all’economia, dalla finanza alla scienza, fino a toccare anche la medicina.

Abbiamo già detto come questa visione estremamente scientifica ha aiutato il progresso e la possibilità di curare malattie un tempo considerate inguaribili, ma ha anche procurato non pochi guai, a partire dal fatto di considerare il neonato come un bene privo di coscienza, un bene che deve essere salvaguardato solo ed esclusivamente dal punto di vista scientifico e della sopravvivenza fisica, dimenticando completamente l’aspetto emozionale del mammifero umano.

Abbiamo anche visto nei capitoli precedenti come il fatto di allontanare il nascituro dalla mamma sia la causa del primo grande trauma da abbandono, trauma che inizia a formare quella credenza limitante che, se non risolta nell’infanzia, potrebbe portare nell’adulto all’immaturità emotiva e all’incapacità di amare o di essere amato.

Con il potere che, piano piano, le donne si sono conquistate, è iniziato a crescere sempre di più anche il loro Sé mentale, in alcuni casi, purtroppo, ancora a scapito del Sé istintivo.

Quest’ultimo squilibrio ha reso più difficile per le donne il rapporto con i figli, ad esempio nel caso in cui abbiano riversato su di loro tutto l’amore che mancava da parte del marito, oppure quando si sono trovate ad essere coinvolte, spesso loro malgrado, nel processo produttivo a discapito del ruolo materno.

Il trauma da abbandono e da carenza di amore è stato vissuto sia dai maschi che dalle femmine e questo lo vediamo perché entrambi sono colpiti dalle tante problematiche di conflitto tra Sé mentale e Sé istintivo, ma, mentre le donne, grazie alla maternità, sono comunque più in contatto con la parte istintiva, l’uomo, che se ne è molto più allontanato, si è trovato con un vuoto affettivo più grande e difficile da gestire.

La maternità dà alla donna quel contatto con la terra, quel senso pratico, che le permette di affrontare con più forza e più coraggio anche i traumi emotivi. Quando poi riesce a far crescere il suo Sé mentale, ecco che assume la capacità di affrontare il rapporto affettivo da una posizione di maggiore autorevolezza rispetto all’uomo.

L’uomo, invece, che è andato via via perdendo il rapporto col Sé istintivo, si ritrova completamente spiazzato. Ha raggiunto una forte razionalità, ma, quando si tratta di gestire un rapporto che è basato in larga parte sul piano fisico ed emotivo, ecco che non sa più come muoversi. Non sa più gestire le emozioni. Si ritrova un Sé istintivo con un grande vuoto dentro, probabilmente è carico di dolore, paura e rabbia repressi, e quando diventano troppo forti rischia di esplodere. Oppure è così spaventato da evitare i contatti profondi per paura di subire l’ennesimo abbandono.

Guai ad arrendersi, guai a lasciarsi dominare dal Sé istintivo o dal Sé mentale. Come abbiamo già affermato, entrambi sono vittime delle esperienze passate, entrambi sono riusciti a “sopravvivere” come hanno potuto. Se vedessimo la vita da un punto di vista spirituale diremmo che il Sé istintivo ed il Sé mentale che ci ritroviamo sono lo strumento che il Superconscio utilizza per farci vivere le esperienze che ci servono, per farci affrontare le lezioni che dobbiamo imparare. Detto in un altro linguaggio, il Sé istintivo ed il Sé mentale rappresentano il karma che dobbiamo vivere e sciogliere in questa vita. E allora la strada è una sola. Risvegliarci e diventare Maestri di noi stessi. Risvegliarci e prenderci cura delle coscienze inferiori per aiutarle, per guarirle, per integrarle e per diventare esseri umani, degni di questo nome.

 

Condividi su Facebook