IL LOOP CHE TI FREGA

unnamedCome è stato da più parti acclarato, come ci dicono le leggi di attrazione e della fisica quantistica, tutto ciò che viviamo dipende dai nostri pensieri e, soprattutto, dalle emozioni rispetto ai nostri pensieri ed obiettivi (l’esperienza dovrebbe avere insegnato che il fare non serve a nulla quando le emozioni remano contro). La conseguenza è che se vogliamo cambiare la nostra vita dobbiamo cambiare pensieri ed emozioni. Giusto, ma come si fa?

Tutti, o quasi, abbiamo provato a cambiare. Qualcuno ci è riuscito, molti, purtroppo, non sono invece riusciti a raggiungere i propri obiettivi. Come mai?

C’è qualcosa che tutti hanno notato, qualcosa che tutti hanno sperimentato e che rende difficile e a volte impossibile cambiare. Quel qualcosa però raramente viene affrontato e discusso durante i corsi. Quel qualcosa provoca un loop da cui è molto difficile uscire.

Cos’è? E perchè molto spesso non se ne parla?

Prima di arrivare al nostro loop, dobbiamo però riprendere il concetto di pensieri ed emozioni. La prima cosa da fare è conoscere chi pensa e chi prova emozioni dentro di noi. Come la scienza ha dimostrato (Mc Lean – 1990, anche se Mc Lean sostituisce il termine “coscienza” con “cervello”, ma non ha trovato il riscontro fisico per la coscienza dell’Io), oltre alla coscienza dell’Io, peculiarità dell’essere umano, esiste una  coscienza del corpo (il Sé fisico) e altri due coscienze pensanti indipendenti dentro di noi:  il Sè istintivo ed il Sè mentale. Il primo vive di emozioni, il secondo di pensiero. Il primo, dominante in tutti gli animali, si è formato il proprio bagaglio emotivo con le esperienze vissute dalla terza settimana del concepimento, il secondo, più sviluppato nei mammiferi più evoluti, si è formato la struttura e i modelli di pensiero, principalmente dai tre ai sedici anni di vita.

Come ho affermato nei miei libri, lo strumento principe per conoscere profondamente qual è il bagaglio di emozioni del Sè istintivo e quali sono i processi automatici di pensiero del Sè mentale, è l’auto osservazione. Non è semplicissimo osservarsi, perché mentre è molto facile notare una forte emozione, è molto più difficile rendersi conto delle decine di emozioni “superficiali” che viviamo durante una giornata. Eppure sono proprio quelle che ci dicono di più su di noi e che determinano il nostro stato di benessere o malessere.

Lo stesso vale per i pensieri del Sé mentale. È facile notare un pensiero ricorrente che non riusciamo a scacciare dalla mente, ma è molto più difficile essere consapevoli dei processi del pensiero “normale”. Eppure sono proprio quei pensieri abitudinari sulle cose, sulle persone e sulle situazioni, le convinzioni, i valori, i giudizi, le rigidità, che determinano la direzione che diamo alle nostre emozioni e, quindi, la realtà che viviamo.

Quando abbiamo imparato a conoscere Sè istintivo e Sè mentale, ciò che dobbiamo fare è comprendere che tutti i loro limiti dipendono esclusivamente da ciò che abbiamo (hanno) vissuto, non certo dalla loro volontà. Di conseguenza ne discende che non possono essere giudicati, anche se molte loro emozioni e pensieri possono non piacerci. Se sostituiamo l’auto giudizio con la comprensione e l’accettazione avremo fatto un grandissimo passo avanti verso il raggiungimento degli obiettivi che ci poniamo e verso una vita degna di essere vissuta.

Quando sentiamo dirci che dobbiamo accettarci per ciò che siamo, si intende proprio quel passaggio basilare in un processo di crescita. Non può esistere un vero cambiamento se prima non c’è una comprensione ed un’accettazione di ciò che siamo.

Mi rendo conto che è facile comprendere ed accettare qualcosa che non sconvolge troppo la nostra vita, ma quando una persona sta veramente male emotivamente, quando è in preda alla disperazione, quando è sommersa dalla rabbia, dall’invidia, dal dolore, allora tutto si fa più complicato perché la coscienza dell’Io non è in grado di emergere dal tumulto delle emozioni.

Se il malessere è contingente, dovuto ad un evento occasionale, allora è sufficiente avere la pazienza di accogliere quelle emozioni finchè si placano e ritorna l’equilibrio, ma quando quello stato è la norma, allora diventa difficile farcela da soli.

Mi spiace dirlo, vorrei avere a disposizione uno strumento per aiutare tutti quelli che soffrono a raggiungere il benessere in modo autonomo, ma non è così. Non ho qualcosa che possa aiutare chiunque. In quei casi il mio suggerimento è di affidarsi ad un bravo terapeuta in grado di farci recuperare le energie, la forza e l’equilibrio per riprendere tra le mani le redini della propria vita.

Se però abbiamo un Io sufficientemente forte, in grado di comprendere e accogliere le emozioni che viviamo quotidianamente, allora abbiamo davvero la possibilità di cambiare in meglio la nostra vita e di realizzare i nostri sogni più grandi, diventando maestri di noi stessi.

In tutto questo complesso, ma entusiasmante gioco che è la vita, ci troviamo però a fare i conti con un elemento determinante che spesso vanifica i nostri sforzi: l’Energia. Capita spesso, infatti, di trovarsi in un loop: L’auto osservazione dipende dalla capacità di essere svegli (consapevolezza). Il grado di consapevolezza dipende dall’energia che abbiamo a disposizione. Se escludiamo le patologie, l’energia che abbiamo a disposizione dipende dal livello di agitazione emozionale e mentale. Il livello di agitazione emozionale e mentale dipende dalle ferite emozionali e dalle rigidità mentali. Le ferite emozionali e le rigidità mentali possono essere guarite con la loro accettazione e l’applicazione costante di un valido metodo. Per applicare con costanza un metodo occorre essere svegli (consapevolezza). Il grado di consapevolezza dipende dall’energia che abbiamo a disposizione. E così torniamo al nostro loop

Come uscirne?

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