La scorsa settimana ho pubblicato su Facebook questa domanda: C'è differenza tra imparare a nuotare…
L’Inconscio per Amico e l’innamoramento
Nei precedenti articoli sull’innamoramento abbiamo compreso che a livello biologico quel meraviglioso stato di coscienza è scatenato da una serie di ormoni, in particolare la dopamina, la noradrenalina e l’ossitocina.
Abbiamo anche scoperto che l’innamoramento è un’evoluzione della pulsione sessuale del Sé fisico, quest’ultima indispensabile alla sopravvivenza della specie del mammifero umano. Questa evoluzione ci viene detto che si sviluppa in occidente a partire dal 1200 come atto di ribellione ai matrimoni combinati dalle famiglie e che prima il “ti amo” era sostituito solo dal “mi piaci”, in quanto ciò che si percepiva era attrazione fisica. Ricorderete anche che alcuni psicologi ritengono ancora oggi che l’innamoramento è considerato un disturbo della personalità, laddove la persona innamorata ha subito un arresto o una regressione della sua maturità al periodo infantile.
Secondo queste teorie ciò che muove la vita sarebbe solo l’istinto di sopravvivenza, con la sola differenza che rispetto agli altri mammiferi, la specie umana presenta alcune rilevanti differenze. La più importante delle quali discende dal fatto che la madre della specie umana protegge ogni singolo figlio anche e soprattutto quando egli è debole. Questo presuppone una capacità di riconoscimento individuale che negli animali è carente o manca del tutto.
Questa capacità di riconoscimento personale ha prodotto l’attitudine dell’amore. Nel corso della sua evoluzione, la specie umana ha massimizzato i comportamenti empatici e di cura personale e l’innamoramento prosegue dunque questa linea di tendenza: quando sono innamorati, gli individui umani si scelgono sulla base di alcune affinità e accudiscono con devozione la persona che ne è portatrice. In sintesi, nella specie umana l’amore ha la funzione di massimizzare attitudini quali la maternità e il legame familiare. Tutto ciò conferma quindi che amore e innamoramento sarebbero funzioni solo e soltanto dell’istinto di sopravvivenza della specie.
Ma è sempre e soltanto così?
Vi racconto ora un aneddoto che ho descritto anche sul mio primo libro “L’Inconscio per Amico” e lo useremo come spunto di riflessione per capire se c’è qualche altro fattore, magari ancora più importante dell’istinto di sopravvivenza, che governa l’innamoramento.
Ho frequentato la terza media in un collegio sopra il Lago Maggiore, che ospitava ragazzi e ragazze tra i dodici e i quindici anni. Si dormiva ovviamente in camere separate, e ci si trovava durante i pasti in un salone dove maschi e femmine erano divisi, ma si potevano vedere. Le classi, poi, erano miste.
Come potete benissimo immaginare, in situazioni del genere nascevano i primi amori, ci si scambiavano bigliettini con dichiarazioni d’amore, nascevano le prime rivalità, le simpatie, le antipatie. Nel collegio c’era anche una ragazza che mi era particolarmente antipatica. Frequentava anche lei la terza media, non era in classe con me, ma la vedevo tutti i giorni a colazione, pranzo e cena. Era in un tavolo abbastanza lontano da quello dove ero io, ma potevo vederla bene. Era una delle ragazze più belle, ma tra noi era nata una sorta di antipatia, ed era reciproca.
Non mi so spiegare da cosa nascesse: sono quelle cose alchemiche, irrazionali. Allora non conoscevo il mio Sé istintivo e non potevo immaginare di chiedere a lui il perché di quell’emozione. Ci eravamo antipatici a vicenda e basta. Ci siamo stati antipatici per tutto l’anno scolastico, meno un giorno. Già, proprio così, meno un giorno ben preciso. Una mattina, in primavera, sono sceso per colazione e mi sono seduto al solito tavolo. Non c’era nulla di diverso dal solito, o perlomeno nulla che mi abbia particolarmente colpito e che ricordi. Mi sono seduto al solito tavolo, mi sono guardato intorno e l’ho vista: era bellissima… ed ero pazzamente innamorato di lei. Già, avete capito bene: ero pazzamente innamorato di lei.
Ma la cosa stupefacente è che lei lo era altrettanto di me! Ci siamo guardati per tutto il tempo della colazione, eravamo completamente irriconoscibili, come se i giorni, i mesi precedenti, non fossero mai esistiti, come se non fosse mai esistita l’antipatia di prima. Eravamo innamorati e basta. A scuola, quel giorno, fu un dramma: ovviamente c’erano delle storie sentimentali “consolidate” e quella faccenda scombussolò degli equilibri raggiunti in diversi mesi; il ragazzo che stava con lei non capiva più niente e mi chiese spiegazioni. Ma per noi non esisteva altro che il nostro amore. La sera andammo a dormire felici ed innamorati.
La mattina seguente mi svegliai, mi lavai e mi vestii velocemente, scesi di corsa per la colazione, mi sedetti al tavolo, la cercai con lo sguardo, la vidi… ed era tutto scomparso. L’amore era letteralmente sparito e aveva lasciato il posto all’antipatia che c’era sempre stata tra di noi. Ma non solo per me, nel suo sguardo lessi esattamente gli stessi sentimenti; era successa la stessa cosa anche a lei. Com’era stato possibile? Rimasi così sconvolto da quella faccenda che non l’ho mai dimenticata e l’ho raccontata un sacco di volte. È stata una cosa per me inspiegabile fino a quando scrissi “L’Inconscio per Amico”.
Ma per sapere come finisce la storia dovrete aspettare ancora una settimana 😉