Iway è la via di integrazione personale, la via cioè che conduce ad integrare le…
LETTERA AD UN COACH
Ieri sono stato a cena con alcuni amici psicovacanzieri e, tra l’altro, abbiamo parlato della professione del coach. Il termine coach sta davvero diventando inflazionato. Quando qualcosa tira, quando emerge una domanda, è naturale che aumenti l’offerta e quando l’offerta aumenta è altrettanto naturale che insieme a tanti bravi, si buttino nella mischia tantissimi improvvisati. Non bastano un corso, o dieci corsi, per diventare bravi coach.
Ma non è questo il tema che vorrei affrontare, ciò che mi interessa è un discorso molto più profondo che nasce dal motivo per cui una persona si rivolge ad un coach e da quello che può fare un vero coach.
Chi cerca un coach può essere un’aziende o un singolo individuo. Un azienda cerca un coach per motivare al meglio i suoi collaboratori ed aiutarli a far si che raggiungano gli obiettivi aziendali. Un singolo si rivolge ad un coach perchè lo aiuti a raggiungere i propri obiettivi personali. Si, ma quali obiettivi?
Prima di continuare devo fare una piccola parentesi per chi non ha ancora letto il mio ultimo libro: “Le 3 Menti Inconsce – la chiave per guarire la tua vita“. L’essere umano non è semplicemente una singola coscienza, dentro di lui operano tre coscienze che collaborano, ma che sono anche indipendenti, e sono le coscienze del mammifero più evoluto che si è sviluppato sulla terra: il Sè fisico, che ha come obiettivo la sopravvivenza e ha bisogni primari, quali la fame, il sonno, il bisogno di sentirsi protetto ed il bisogno di accoppiarsi; il Sè istintivo, che ha come obiettivo la socializzazione e vive esclusivamente mosso dagli affetti e da tutte le emozioni, sia positive che negative; il Sè mentale, che ha come obiettivo l’individualizzazione ed il potere personale, che persegue tramite il pensiero logico e freddo.
Quando ci dicono che siamo governati per il 95% del tempo dalla mente inconscia, ci dicono una cosa errata. La realtà è che che siamo governati per il 95% del tempo dai tre soggetti pensanti sopra elencati (il Sè fisico, il Sè istintivo ed il Sè mentale) uno dei quali, il Sè mentale) è totalmente conscio e razionale. Solo che, come le altre due coscienze del mammifero, non è una parte dell’Io, è una coscienza a sè stante e ha le sue credenze, come tutte le convinzioni, che possono essere limitanti, sul lavoro, sulla politica, sull’amore, sulla religione, e così via.. Siamo governati dalle tre coscienze che appartengono al mammifero più evoluto, e non dalla coscienza dell’Io, che purtroppo dorme per la gran parte del tempo e si identifica, quindi, col Sè mentale che, con la sua razionalità, e persegue i suoi obiettivi di individualizzazione senza rendersi conto di essere qualcosa di diverso. L’io si rende conto di non essere il Sè mentale solo quando è sopraffatto dai pensieri che non riesce a fermare, o quando vorrebbe avere pensieri diversi da quelli che sente essere un limite
Ora, lasciamo momentaneamente perdere la coscienza dell’Io, che pure è quella che più dovrebbe interessarci, perchè è la nostra vera identità, è quella che sopravvive dopo la morte, è quella che sta cercando la risposta alle tante domande sulla vita che l’essere umano, da millenni si pone. La lasciamo da parte solo per comprendere che le coscienze di un mammifero evoluto quale l’essere umano possono essere sane o malate. possono collaborare tra di loro, o essere in conflitto. possono portare benessere o dolore. Quando c’è salute e maturità, gli obiettivi del Sè mentale tengono conto anche e soprattutto, degli obiettivi del Sè istintivo, che sono il bisogno di stabilire sani rapporti di amore e amicizia con il proprio branco (gli altri esseri umani).
Ora, a causa dei tanti problemi che affliggono l’umanità, problemi che hanno a che fare con lo sviluppo disarmonico del Sè mentale, che crea quei conflitti interiori che ho ben illustrato nel libro sopra citato, il Sè mentale è molto spesso tutt’altro che sano, maturo ed equilibrato e i suoi obiettivi, ancora più spesso, non sono affatto in sintonia con gli obiettivi del Sè istintivo. Un esempio è un arrampicatore sociale che, pur di fare carriera, usa tute le armi a sua disposizione e passa sopra la testa dei suoi colleghi senza tenere in minimo conto del male che può provocare per raggiungere il suo scopo, oppure quella mamma o papà in carriera, che per raggiungere i propri scopi fanno mancare presenza e affetto alla propria famiglia.
Ed eccoci ritornati al nostro coach e all’elemento più importante della riflessione che volevo condividere. Quando parliamo di Io, parliamo anche di anima incarnata, parliamo di spiritualità e, quindi, delle finalità di quella coscienza dell’Io osservatore che si ritrova quasi persa, sepolta nel copro di un mammifero altamente evoluto. Ma anche senza parlare di spiritualità, un buon coach non può non conoscere chi è il Sè mentale e chi è il Sè istintovo. Non può non comprendere a fondo i loro obiettivi e il grado di maturità degli obiettivi del Sè mentale. Non può aiutare una persona a perseguire i suoi scopi senza valutare se stanno conducendola ad una sua evoluzione o ad una sua involuzione.
Il compito di un coach è molto grande, tanto quanto quello di un maestro, e può aiutare una persona a raggiungere obiettivi sani, maturi, grandi, nel senso che portano un aumento di benessere per il diretto interessato e anche per tutte le persone che gli sono vicine affettivamente, o professionalmente, ma nello stesso modo potrebbe aiutare a raggiungere obiettivi “malati” che toccano solo gli interessi egoistici del Sè mentale, a discapito del benessere di altri. Detta in termini esotici, questo concetto potrebbe essere espresso in termini di karma. Il coach ha la possibilità di creare per sè, per chi aiuta e per gli altri un buon karma, ma, allo stesso modo potrebbe contribuire a creare un cattivo karma sia per gli altri, ma anche per sè stesso.
Ecco perchè un buon coach dovrebbe avere prima di tutto compiuto un percorso di auto conoscenza, avere incontrato le sue coscienze inferiori, averle guarite ed integrate, così che possa aiutare gli altri con saggezza, con maturità, con equilibrio, generando maturità, benessere e vera felicità in tutti i suoi clienti