LA MIA MISSIONE

DSC01973Non per tutti è chiaro quale sia la propria missione su questo pianeta. Perchè ci siamo incarnati? Qual è lo scopo della nostra vita? Ha senso svegliarsi tutte le mattine, lavarsi di corsa, bere un caffè, vestirsi e poi uscire per buttarsi nel traffico e arrivare al lavoro? Ha senso lavorare tutto il giorno, magari in un ambiente che non ci piace, che non sentiamo nostro, magari rendendoci conto che non stiamo dando il meglio di noi, magari sentendo che tutto il nostro valore viene sprecato e non riconosciuto? Ha senso tornare a casa la sera stanchi e magari dover correre per recuperare i figli, per pulire casa, per fare un po di palestra e poi buttarsi davanti alla televisione, per non pensare, fino all’ora di andare a dormire? Per quanto mi riguarda no. Fin da bambino osservavo i miei genitori e gli adulti e mi dicevo: se questa è la vita, se la vita è solo questo, non ha senso viverla. Non ha senso una vita vissuta così.

 
Ci ho messo qualche anno per capirlo, e l’ho scritto anche nei miei primi libri, ma alla fine ho compreso. Una comprensione profonda, senza alcun dubbio. Una certezza che è nella mente, nel cuore e nella pancia. So da sempre che la mia missione è quella di avvicinare l’essere umano al suo Dio. So che siamo anime incarnate e ciò che chiamiamo anima è la coscienza dell’Io, quella coscienza che dorme per il 95-99% del tempo lasciandoci in balia del mammifero umano, che si manifesta con le ambizioni, le convinzioni, i giudizi, le rigidità, la razionalità, le aspettative del Sè mentale, con le pulsioni, il bisogno d’amore, le paure, le ansie, la frustrazione, la rabbia, la pigrizia, la voglia di giocare e la ricerca del piacere del Sè istintivo e, infine, con i bisogni primari come la fame, la sete, il sonno e l’impulso sessuale del Sè fisico.
Questi tre Sè fanno parte del mammifero umano che l’anima (l’Io) ha scelto di abitare per sperimentare, priva della consapevolezza della sua origine, la densità della materia con tutte le esperienze che porta con sè, soprattutto attraverso le emozioni.
 
L’Io, l’anima incarnata, si identifica così completamente col mammifero umano e solo quando si “sveglia” si pone le domande sul chi siamo, perchè siamo qua, sul proprio scopo, e, spesso, si sente persa, prigioniera di un corpo e delle spinte emozionali che non sa gestire.
La mia missione è aiutare l’Io a risvegliarsi e a riconoscere la propria natura divina, ma questo riconoscimento deve prima passare attraverso la conoscenza, la guarigione e l’integrazione dei tre Sè del mammifero umano, perchè questo passaggio è il motivo per cui l’anima ha scelto di incarnarsi. Tutte le difficoltà che incontriamo nella nostra vita rappresentano le lezioni che l’anima ha scelto di apprendere. Solo allora, quando le avrà apprese, si aprirà la porta che la separa dalla propria realtà.
 
L’integrazione e la guarigione delle ferite emozionali ha come risultato l’appagamento dei bisogni di tutte le coscienze dell’essere umano, sia sul piano della salute fisica (Sè fisico), del benessere affettivo (Sè istintivo) e sia su quello dell’autostima e della sua realizzazione nel mondo (Sè mentale). 
La maggior parte delle persone sono, giustamente, alla ricerca dell’appagamento di questi bisogni: salute, amore e appagamento economico. Vengono da me e si iscrivono ai miei corsi, magari dopo averne seguiti molti altri, con questo obiettivo, con la speranza di stare bene, di trovare un po di pace, per trovare soddisfazione in ciò che fanno, per guarire delle relazioni. Alcuni altri sentono già il bisogno di trovare la propria via, il proprio scopo. Magari già lo percepiscono, ma non hanno ancora la forza o il sostentamento economico per realizzarlo. In tutti i casi la soluzione dei problemi o la realizzazione dei sogni si manifesteranno in maniera stabile e duratura solo quando l’Io li perseguirà non più come obiettivi finali, ma come passi verso il ricongiungimento con la sua realtà animica.
 
Il bel romanzo di Herman Hesse, Siddartha, lo spiega molto bene. I quattro stadi della vita della cultura indiana: Dharma (conoscenza e formazione), Kama (amore e sessualità), Artha (realizzazione e beni materiali) e Moksha (liberazione dalla ruota dell’esistenza) ribadiscono in modo inequivocabile che si arriva alla liberazione, noi diremmo al paradiso, solo dopo avere compiuto gli altri gradini che sono finalizzati all’appagamento dei bisogni del mammifero umano. Ma il superamento di quei gradini, da un punto di vista spirituale e con le difficoltà nel compierli, rappresenta proprio le esperienze e le lezioni che l’anima ha scelto di vivere su questo pianeta prima di ricongiungersi alla propria realtà.
 
So da sempre che la mia missione è quella di avvicinare l’essere umano al suo Dio e che per farlo è indispensabile integrare le coscienze del mammifero che abitiamo. Per questo ho creato il metodo IWAY, per  guarire le 3 menti inconsce appagando i loro bisogni (Dharma, Kama e Artha), ma comprendendo anche che quelli sono solo i gradini per arrivare all’unico vero fine di ciascun essere umano: scoprire la propria realtà e ricongiungersi ad essa. Questa è la mia missione e impegno quotidianamente me stesso per perseguirla con consapevolezza, energia e amore