Istinto o razionalita’?

Istinto o razionalità

Istinto o Razionalità

Ancora una volta prendo spunto da un mio post su Facebook per scrivere un articolo. Questa volta avevo postato una domanda: Razionalità o istinto, cosa è meglio? In molti hanno espresso il loro parere e il mio pensiero sul quesito risulta allineato con molti commenti degli amici.

Intanto occorre specificare cosa ci dice la scienza su questo argomento. A partire dal neuro scienziato Maclean (1990), sappiamo che l’istinto viene solo dal cervello mammaliano antico (cervello limbico) e la razionalità dal neo mammaliano (corteccia cerebrale). Io preferisco parlare di soggetti pensanti autonomi anziché di pezzi di materia cerebrale che, a mio parere, sono solo il supporto attraverso il quale le coscienze si manifestano sul piano fisco. Quindi secondo tale visione l’istinto (da non confondersi con l’intuizione), viene solo dal Sé istintivo, mentre la razionalità dal Sé mentale. Le due coscienze sono strettamente in contatto tra loro, come lo sono con la coscienza del corpo, ma possono pensare e agire indipendentemente una dall’altra. Nascono da questa indipendenza i conflitti interiori.

In un individuo sano, emotivamente maturo ed equilibrato non dovrebbe mai esserci conflitto. Razionalità e istinto dovrebbero andare sempre d’accordo lasciando a ciascuno il proprio compito. In che senso? Nel senso che l’istinto è molto più rapido nelle sue decisioni e una sana razionalità lo ascolta o lascia fare quando sono in gioco valutazioni che riguardano, ad esempio, il fidarsi di qualcuno, o ciò che è più utile all’organismo, o il reagire di fronte al pericolo, o il compiere azioni che il Sé istintivo ha imparato a memoria, come il guidare l’auto o il suonare uno strumento musicale. Allo stesso modo in un essere emotivamente e mentalmente maturo il Sé istintivo si fiderebbe totalmente delle decisioni del Sé mentale quando occorre valutare i pro e i contro di una situazione, o quando si devono elaborare progetti, o raggiungere nuovi obiettivi. Inoltre il Sé mentale non prenderebbe mai decisioni che danneggino l’individuo e quindi anche i bisogni emozionali del Sé istintivo.

Questo in una situazione idilliaca e forse, purtroppo, utopistica. Nella realtà, quando ci troviamo nella situazione di un Sé istintivo che ha vuoti affettivi o carenze di autostima che generano insicurezza, dipendenze, bisogni, risposte reattive e così via, e quando ci troviamo un Sé mentale rigido, colmo di pregiudizi, sempre sulla difensiva, o incapace di gestire gli sbalzi emotivi, ecco che sorgono i problemi. Allora nascono tutte le convinzioni del tipo “la mente, mente”, oppure “non mi fido del mio inconscio” e così via. Il risultato emerge da tante frasi del tipo: quando mi fido del mio istinto finisce sempre male”, oppure “ho sbagliato, il mio istinto me lo diceva”.

Quando i due sono in conflitto ci troviamo sempre di forte a una scelta in cui non sappiamo cosa decidere e non possiamo affermare a priori quale sia la scelta migliore per l’individuo. Ad esempio l’istinto ci potrebbe portare a fare scelte avventate sulla base di un suo bisogno, scelte istintive che poi ci portano a soffrire. Per converso il Sé mentale potrebbe bloccare una possibilità importante e ritrovarci poi a pentirci di non avere seguito l’istinto.

La realtà è che entrambi hanno ragione, ma la loro ragione è relativa a ciò che hanno vissuto, a ciò che hanno imparato durante le tante esperienze, più o meno belle, vissute nell’infanzia. Ora di fonte a una situazione la loro risposta è il frutto di tutto il loro bagaglio esperienziale e capita spesso che le due ragioni siano contrapposte. Chi ha ragione non è la domanda giusta. La domanda corretta è: c’è una delle due opzioni più idonea per l’individuo, e nel caso qual è? Ho già scritto un articolo del blog su questo argomento; riassumendo ciò che dovremmo fare è svegliarci, cioè fare sì che la decisione venga presa dall’Io osservatore e non da una delle due coscienze inferiori. L’io dovrebbe prendere coscienza che chi è nel conflitto sono il Sé istintivo e il Sé mentale, comprendere le loro ragioni e valutare con discernimento se è opportuno prendere una decisione, o meno. Nel caso si faccia una scelta poi sarà fondamentale “spiegare” alla coscienza che non è stata appagata i motivi di tale scelta, perché anche il Sé istintivo è in grado di comprendere se sappiamo usare il suo linguaggio e se sappiamo gratificarlo e appagare le sue legittime richieste.

Per evitare questi tipi di conflitti che a volte, quando si tratta di rapporti affettivi o di lavoro, sono davvero devastanti, la soluzione è di prendersi cura e integrare le coscienze inferiori, così da evitare scelte dolorose che lasciano spesso l’amaro in bocca.  Contemporaneamente sarebbe opportuno sviluppare l’intuito, quello si viene dal Superconscio e davvero non sbaglia mai.