Innamoramento e Integrazione (IWAY)

innamoramento e integrazione

Corso sull’innamoramento

Ed eccoci arrivati al quarto e ultimo articolo sul complesso tema dell’innamoramento. Nelle puntate precedenti abbiamo descritto l’innamoramento come un fenomeno prettamente biochimico e caratterizzato nel corpo dalla produzione di ormoni (dopamina, ossitocina, serotonina, testosterone, estrogeni) che fanno sì che la coppia si crei, indipendentemente dalla volontà della mente razionale (Sé mentale).

Questa considerazione, associata al fatto che fino al 1200 l’innamoramento pare non esistesse nel genere umano, in quanto le coppie si formavano per volere dei genitori, o in ogni caso spinte dalla pulsione sessuale (“mi piaci” anziché “ti amo”), ha fatto sì che per molti studiosi il fenomeno dell’innamoramento sia ancora oggi visto come conseguenza “anomala”, per non dire “patologica”, dell’istinto naturale di sopravvivenza della specie.

Se volessimo considerare l’innamoramento solo dal punto di vista psichico e fisiologico, preferirei parlare di evoluzione, piuttosto che di anomalia o patologia. L’istinto di sopravvivenza, e quindi anche la pulsione sessuale, dipendono dal Sé fisico, mentre l’aspetto emozionale dell’innamoramento dipende dal Sé istintivo. Potremmo quindi affermare che a mano a mano che l’essere umano si è evoluto, la coscienza del Sé istintivo, basata sulle emozioni, ha preso il sopravvento sulla coscienza del Sé fisico, basato solo su pulsioni primordiali. Questa evoluzione ha fatto sì che l’istinto di sopravvivenza venisse rivestito di emozioni e sentimenti, dando così maggiore dignità a quella che prima era pura pulsione animale.

Fin qua penso siamo tutti d’accordo. Nell’ultimo articolo però ho introdotto una questione importante. Prima di proseguire, ricordiamo però che l’essere umano, come qualsiasi altro essere vivente, è composto da 3 coscienze distinte che possono operare anche indipendentemente una dall’altra. Queste 3 menti pensanti, il Sé fisico, il Sé istintivo e il Sé mentale, hanno ovviamente un diverso grado di capacità cognitiva e un diverso livello di sviluppo a seconda delle varie specie animali.

Ciò che caratterizza l’animale essere umano è però una quarta coscienza che non appartiene agli altri mammiferi e sembra non dipendere dall’evoluzione della vita sulla Terra, come invece è per le altre tre. La quarta coscienza di cui stiamo parlando è l’Io osservatore, quella coscienza che ci permette di “osservare” lo stato del Sé fisico, le emozioni che prova il Sé istintivo e anche di osservare, quando è sveglia, il fluire dei pensieri del Sé mentale. Il problema è che questa coscienza dorme per la maggior parte del tempo così che ci identifichiamo con le altre coscienze inferiori, soprattutto con il Sé mentale e con la sua razionalità.

Nell’ultimo articolo ho raccontato un aneddoto che mi è capitato mentre frequentavo la terza media e che dimostra inequivocabilmente che l’innamoramento, seppur prodotto dalle emozioni del Sé istintivo, non dipende in ultima istanza da quest’ultimo. Sembra infatti che il Sé istintivo sia quasi uno strumento di una coscienza superiore che gioca con lui per farci vivere determinate emozioni verso una persona, piuttosto che altre. Emozioni che, come emerge dal mio racconto, possono anche essere diametralmente opposte.

Questa coscienza superiore in grado di “giocare” col Sé istintivo e di utilizzarlo come un suo strumento, è il Superconscio, quella coscienza che le religioni chiamano anima e di cui l’Io osservatore è un’emanazione. L’Io osservatore, la nostra vera identità, non è consapevole di ciò che è solo perché nel momento in cui si è staccato dal Superconscio per penetrare nel piano fisico, la densità di quest’ultimo piano in cui ora si trova gli impedisce di mantenere aperto il canale con la sua origine. La conseguenza è che l’Io si ritrova perso e privo di energia, lasciandoci così in balia delle coscienze inferiori del mammifero umano.

Il suo risveglio e il ricongiungimento con il suo stato originario è il compito per cui l’anima si è incarnata. Questo compito si esplica attraverso una serie di esperienze basate soprattutto sulle emozioni, tra cui anche quella dell’innamoramento, che nel loro insieme potremmo definire la missione che l’anima ha scelto di compiere sulla Terra.

L’innamoramento allora è una di quelle esperienze che permettono all’anima di conoscere, sperimentare e far evolvere quella forza universale che chiamiamo Amore. Parleremo in altre sedi delle tre forze universali che gestiscono gli universi, qua ci preme comprendere l’evoluzione dell’innamoramento, che nasce da un bisogno primario del Sé fisico (istinto di sopravvivenza), per essere poi presa in carico dal Sé istintivo (legame affettivo), per passare infine al Sé mentale. Il Sé mentale ha come compito la comprensione razionale degli imprinting culturali, dei bisogni e delle ferite emozionali (del Sé istintivo) che determinano la scelta del partner attraverso l’innamoramento. Attraverso gli innamoramenti, gli abbandoni, le gioie, le sofferenze, le comprensioni, e poi l’accettazione e la rieducazione delle coscienze inferiori, l’Io osservatore ha il compito di integrare i Sé fisico, istintivo e mentale (IWAY= Via di Integrazione) e arrivare alla maturità emotiva e all’apertura del cuore. Ecco allora che possiamo considerare l’innamoramento come una delle esperienze più importanti che consente all’anima di portare sul piano della manifestazione terrena quella forza che è l’Amore puro e incondizionato, al fine di far evolvere la coscienza del piano materiale.

Dal punto di vista animico l’innamoramento è quindi una delle vie per l’evoluzione della Vita e ogni essere incarnato, in base al suo piano di coscienza, attirerà quelle esperienze che lo porteranno al suo processo di risveglio personale e a quello delle persone cui sarà spinto a legarsi, col fine ultimo di far evolvere l’intero sistema della vita terrena.

Quando l’Io osservatore avrà compiuto il suo percorso di integrazione personale non avrà più bisogno di incontrare le “persone sbagliate” (che dal punto di vista dell’anima sono sempre le persone giuste), e potrà sperimentare un rapporto di coppia sano, gioioso, maturo e amorevole, per proseguire sul piano della consapevolezza la sua missione terrena.

 

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