GUARIRE LE EMOZIONI NEGATIVE (2° PARTE)

Aquila-Castaneda-2Se dunque è compito, o scelta, dell’Io prendersi cura delle tre Menti inconsce, che sia per un motivo etico, o solo per liberarsi dalle angosce, dalle paure, dalle ansie, dalla rabbia, dal dolore, o dai pensieri distruttivi, o, ancora, per un motivo spirituale, quali sono i passi da compiere per raggiungere l’obiettivo di guarire tali coscienze e liberarsi quindi delle emozioni negative?

Intanto è fondamentale prendere coscienza del fatto che quanto più sono frequenti e dolorose le emozioni, tanto più radicato e profondo è il trauma, o l’insieme di esperienze, che le hanno generate. Ciò significa che anche l’approccio alla guarigione può richiedere impegno e tempi diversi.

Da un punto di vista spirituale potremmo dire che una guarigione rapida si ottiene quando la “lezione” è già appresa, in quel caso può essere relativamente facile sciogliere le emozioni, utilizzando anche l’immaginazione creativa, o altre semplici tecniche (nei miei seminari ne insegno una nuova che ho verificato essere molto rapida e potente).

Se però la causa dei nostri problemi è molto profonda e radicata, allora non possiamo aspettarci di risolverla con una bacchetta magica. Questa affermazione è ancora più vera se crediamo in un mondo spirituale, perché risolvere i problemi con un colpo di spugna equivarrebbe ad essere promossi senza avere imparato la nostra lezione. Una cosa infatti è sciogliere rapidamente un’emozione che ci sovrasta, ben altro è guarirne la causa per evitare che si ripresenti.

Venendo quindi alla via che ci conduce alla guarigione e saltando il presupposto di disporre dell’energia necessaria a tale scopo, tema che affronteremo in un altro articolo, i passi da compiere sono semplici ma richiedono impegno, serietà, costanza e, soprattutto, un forte intento:

  1. Riconoscere le proprie coscienze (Sé fisico, istintivo e mentale)
  2. Comprendere profondamente che ciò che sono e le loro modalità di manifestarsi, sono solo frutto delle esperienze vissute
  3. Farle sentire totalmente accettate e amate
  4. Apprendere un metodo sicuro ed efficace per comunicare con loro
  5. Diventare loro maestri per:
    1. Aiutarle a trasformare le esperienze del passato
    2. Supportarle nei momenti di debolezza
    3. Fare pace col passato
    4. Fare pace con noi stessi
    5. Fare pace con chi ci ha ferito
    6. Sciogliere sul nascere le emozioni negative, fin tanto che la causa è stata rimossa
    7. Insegnare loro nuovi modelli di pensiero
    8. Insegnare loro nuovi comportamenti positivi
    9. Trasformarle in alleati per il conseguimento dei nostri obiettivi

Tutti i 5 passi indicati fanno parte del metodo Iway, un metodo che ho messo a punto lavorando prima di tutto su me stesso e poi con l’esperienza acquisita con tante persone che stanno trasformando in meglio la loro vita.

Quando diciamo “fare pace” con noi stessi o con chi ci ha ferito, non intendiamo che a fare pace sia l’Io o il Sé mentale, per loro è abbastanza facile comprendere e perdonare. Chi deve fare pace è il Sé istintivo, perché sono solo sue le emozioni, è solo suo il rancore e, come i Sé istintivi di tutti i mammiferi, fa molta fatica a perdonare. La sua tendenza istintiva è di vendicarsi di chi lo ha fatto soffrire. Anche se, spesso, questo suo rancore può rimanere nascosto, perché represso e soffocato dal Sé mentale che, giustamente, ritiene negative tali emozioni.

È quindi il Sé istintivo che deve comprendere le esperienze del passato sotto una nuova luce, perché è solo così che sarà disposto a lasciare andare le emozioni negative per sostituirle con le sue emozioni più naturali e spontanee, che sono emozioni di affetto e amore. Ma il Sé istintivo sarà disposto a comprendere il passato solo se si sentirà accettato e amato, solo se ci considererà maestri buoni, empatici, amorevoli.

Questa, e solo questa, è la strada per guarire tutte le emozioni negative che ancora sono dentro di noi. Non ci sono scorciatoie, non sarebbe né etico, né logico. È una via che richiede impegno, consapevolezza e amore, ma è l’unica via che rende la vita degna di essere vissuta.