Ecco un’interessante ricerca di un’università americana che dimostra che la coscienza sopravvive dopo la morte del…
Dio, coscienza e spiritualità
Sono molto pragmatico e preferisco parlare sempre di ciò che possiamo toccare con mano e di ciò che ci è utile nel qui e ora, però questa mattina, durante la meditazione ho sentito di voler esporre ciò che penso di Dio e della spiritualità.
Perchè? Perchè purtroppo la gran parte delle persone vive la spiritualità e il concetto di Dio come insieme di credenze e le credenze hanno a che fare con la nostra evoluzione e, a livello più pratico, con la nostra maturità emotiva, con tutto ciò che ne consegue.
Chi mi conosce sa che aborro le credenze. Penso che solo per i bambini è giusto credere, ma solo perché non hanno ancora avuto la possibilità di sperimentare e si debbano quindi affidare ai genitori e agli insegnanti. Quando si comincia a crescere, dovremmo invece capire che le credenze sono fondamentalmente stampelle che supportano le nostre insicurezze e ci permettono di identificarci con qualcuno o qualcosa per non sentirci soli e superare le nostre paure.
So che il fuoco scotta, so che la perdita di una persona cara fa male al cuore perché l’ho sperimentato, so che quando amo e sono amato sono felice, so che quando faccio qualcosa che mi piace molto sono contento. So che l’essere umano è in grado di costruire mezzi che volano, e così via. Ma su ciò che non ho sperimentato posso solo avere teorie che appagano o meno la mia razionalità, ma sono solo teorie, comprese le teorie su Dio e sulla spiritualità.
Anche gli insegnamenti di maestri spirituali, come Gesù, Buddha, Maometto e così via, sono per noi teorie che possiamo accettare o meno. Sono le loro verità, se le hanno vissute, ma per noi sono solo ipotesi perché non riusciamo a verificarle sperimentalmente. Possiamo crederci, oppure possiamo considerarle ipotesi attendibili ed eventualmente da sperimentare. Ciò che non posso accettare sono gli insegnamenti del tipo: fai il bravo e quando sarai morto saprai.
Alcuni hanno vissuto esperienze fuori dal comune, come guarigioni inspiegabili, e le considerano prove per cui credere, ma tante guarigioni miracolose sono avvenute in tutte le culture e anche in persone che non credevano alla spiritualità. Questo ci fa dire che l’essere umano ha la possibilità di vivere esperienze fuori dal comune, esperienze che vanno contro le leggi della scienza che finora conosciamo, ma non possiamo aggiungere altro. Possiamo solo fare ipotesi.
E poi c’è la fede e diverse persone hanno sperimentato che la fede può compiere quelli che chiamiamo miracoli, ma ancora ci sono i cosiddetti miracoli in tutte le culture e religioni e ci sono miracoli capitati a persone che non credevano e non credono.
Un altro aspetto della fede, per me il più importante, è quella spinta verso Dio, quella spinta verso la spiritualità che ci porta a pregare, a elevarci, a scrivere poemi, o comporre opere d’arte. È la stessa spinta che ci fa rimanere estasiati davanti a un’alba o un altro spettacolo della natura, o ancora ci fa sperimentare quel sentimento che si chiama amore incondizionato e che ci fa sentire, per chi lo ha provato, in profonda comunione con tutti gli altri esseri e con tutto il creato.
Ecco questa spinta è reale perché è sperimentata. Le religioni la chiamano fede, io sento più razionale e appagante per il mio intelletto la teoria indiana di sattva, di cui scriverò dopo. Se si riesce ad andare oltre le immagini, a volte infantili, ritengo le teorie sulla spiritualità dell’India tra le più razionali e comprensibili per una mente scientifica come la mia.
Quella spinta fa dire a molte persone che credono nelle religioni, che Dio esiste e che ciò che afferma la loro religione è la verità. Si, ma in tutte le culture e religioni c’è la stessa spinta, quindi tutte le religioni sono vere e sullo stesso piano. Come la mettiamo?
Ma torniamo al concetto di spiritualità e di Dio. Avendo compreso e sperimentato il Sé fisico, il Sé istintivo e il Sé mentale, presenti in tutta la materia e in tutte le forme di vita conosciuta, dalla cellula all’essere umano, mi sembra coerente le teoria che viene non solo dall’India, ma ad esempio anche dalla Cina, che tutto ciò che esiste è un insieme di Coscienza ed Energia in diverse combinazioni. Per chi ancora non lo conoscesse, ho descritto i tre Sé nel libro “Le 3 Menti Inconsce”.
Ad esempio un granello di sabbia è composto di energia condensata con un livello di coscienza quasi assente, tanto è vero che la scienza sostiene che la sabbia è materia inerte. In realtà la coscienza esiste ed è quella che fa sì che il granello di sabbia si trasformi sotto la spinta d forze quali il vento, l’acqua o una forte pressione. Affermare che è la natura o le leggi della chimica o della fisica a farlo trasformare è come affermare la stessa teoria con altre parole. Cosa vuole dire leggi della chimica? Chi le ha scritte? Chi ha detto al granello di sabbia di sottostare a quelle leggi e di reagire proprio in quel modo? A mio parere è molto più razionale considerare che il Sé fisico, così come è presente nella singola cellula intelligente, sia presente anche in ogni atomo e quindi anche nel granello di sabbia, e abbia quindi un suo programma di vita che lo porta ad adattarsi e trasformarsi in base agli stimoli dell’ambiente.
Detto questo, se tutta la vita materiale è un insieme di piani di coscienza, dal più dormiente come nella materia cosiddetta inerte, fino alla coscienza più evoluta dei mammiferi e dell’essere umano, se deve esistere un piano sottile, un piano di esseri non fisici, un piano cosiddetto spirituale, un piano di Dio, allora anche in quel piano dovrebbe valere la regola che tutto ciò che esiste su quei piani è un insieme di Coscienza ed Energia.
Nel piano materiale si passa da un’energia molto condensata e una coscienza dormiente della materia inerte, per passare a combinazioni di energia sempre meno densa e coscienza sempre più elevata del mondo vegetale, animale, umano, o, per dirle in altri termini, dal Sé fisico, al Sé istintivo, al Sé mentale.
Inoltre, nell’essere umano è apparsa una quarta coscienza, l’Io osservatore, che sembra non appartenere ad alcuna altra forma vivente. L’Io osservatore è quella coscienza che ci permette di osservarci, di osservare le nostre emozioni e il nostro pensare. È quella coscienza che ci fa dire “cogito, ergo sum”, cioè, sono cosciente del mio pensare e quindi sono. Non è il pensare che determina la coscienza di esistere, perché anche le scimmie è stato provato che pensano, è la capacità di essere consapevoli del pensare che identifica la coscienza dell’Io osservatore.
Questa coscienza in più che ha l’essere umano è a mio parere il ponte tra il piano materiale e il piano sottile o spirituale. Diciamo che è l’anello di congiunzione tra la vita materiale e la vita spirituale. Un cristiano direbbe che è l’anello di congiunzione tra l’essere umano e gli angeli, o Dio.
Se ciò che in parte ho sperimentato e che penso, ha un senso, allora nel piano sottile o spirituale vale la stessa regola del piano materiale: tutto è un insieme di coscienza ed energia a diversi livelli di combinazione dei due elementi.
In fondo nella religione cristiana questa teoria è supportata dalle nove coscienze di: angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini, che appartengono a un piano di coscienza via via più elevato. Per quanto riguarda il cristianesimo si parla per la prima volta di questi esseri nell’antico testamento, a seguito di un sogno di Giacobbe, ma esistono studi che dimostrano la conoscenza di esseri sottili che stanno tra l’uomo e Dio in culture più antiche, come quella persiana, assiro-babilonese e egiziana. In realtà in tutte le religioni, in un modo o nell’altro, esistono questi piani di coscienza e abbiamo definito queste religioni animiste o politeiste per differenziarle dalle religioni monoteiste. Ma in fondo, se ci pensiamo bene, chiamare questi diversi piani di coscienza schiere angeliche o dei è solo una questione di termini. In fondo nel cristianesimo sono stati creati anche i santi per avvicinare di più l’essere umano a Dio e per avere soggetti specifici a cui rivolgersi per determinate esigenze e richieste di aiuto, così come in Birmania hanno fatto con i Nat e in India con i Deva. In realtà in tutte le religioni esiste un essere al di sopra di tutto e poi esseri intermedi (angeli, santi, deva, nat, e così via), quindi tutte le religioni sono monoteiste e politeiste. Si gioca solo sui termini e sulle proprietà degli esseri intermedi che alcuni chiamano dei e altri con altri nomi.
Supponiamo allora che questa teoria dove tutti gli universi grossolani e sottili sono composti da diverse combinazioni di Coscienza ed Energia sia corretta, sopra a tutto ciò chi c’è? Dio? E chi è Dio?